Le 5 domande chiave per gestire la rabbia

Ti è mai capitato di svegliarti già arrabbiato/a con il mondo o di perdere le staffe anche per un episodio di poca importanza?

Stress, sbalzi ormonali, un tratto della nostra personalità o una reazione comune nella nostra famiglia: qualunque sia la causa, la rabbia è un’emozione che, prima o poi, proviamo tutti ed è perfettamente normale. Quello che conta è come la gestiamo quando la proviamo. Decidere di voler essere in controllo di questa emozione molto potente, invece di lasciarsi controllare da essa, è un passo importante. Cosa succede quando ti arrabbi? Urli o usi parole offensive? Lanci oggetti che trovi nelle tue vicinanze? Alzi le mani verso gli altri o ti fai del male?

Molte volte, il modo in cui reagisce una persona in preda ai fumi dell’ira, non è il modo in cui vorrebbe reagire, anzi spesso è causa di vergogna perché questo comportamento non riflette la sua persona e quello che vorrebbe comunicare.

Cambiare questi atteggiamenti, è possibile, ma occorre volerlo in prima persona.

In che modo cambiare le tue reazioni può esserti d’aiuto? Cosa ci guadagni? Più rispetto per te stessa/o, più rispetto da parte degli altri? Meno frustrazione e tristezza? Un approccio più rilassato alla vita?

Porsi queste domande è fondamentale, infatti ricordarsi il perché vogliamo cambiare un certo comportamento o una certa reazione tiene alta la motivazione.

Vediamo allora come gestire la rabbia in 5 passi (e 5 domande)!

 

1. Identifica il problema

Il primo passo per gestire un’emozione è riconoscerla. Quando sei arrabbiata/o, cosa provi? Cosa stai pensando? Perché? Non giudicare ciò che stai provando, osservati. Dietro la rabbia si celano, molte volte, dolore e sensi di colpa. Riuscire a riconoscere queste emozioni, descriverle e dare loro un nome, aiuta a diminuirne l’intensità.

Chiediti: Cosa mi ha fatto arrabbiare? Cosa sto provando? Perché mi sento così?

Puoi farlo a voce alta o a mente, ma occorre che il tuo dialogo interiore sia chiaro e specifico.

Ad esempio: “Sono arrabbiata/o col mio capo perché mi ha chiesto di rimanere in ufficio dopo le 18 per finire il documento su cui sto lavorando. Non è giusto!” (Stiamo parlando comunque di un evento eccezionale e inaspettato. Se il tuo capo ti chiede spesso di rimanere dopo l’orario di ufficio, è un’altra questione che sarebbe meglio risolvere al più presto).

Affermare questo è totalmente diverso dal dire: “il mio capo mi tratta in modo ingiusto”. In questo modo, infatti, non stai centrando il problema e non stai dicendo come ti senti.

 

2. Pensa a un comportamento alternativo

Prenditi qualche secondo per ricentrarti ed essere in controllo sulla tua rabbia.

Chiediti: Cosa posso fare? Elenca mentalmente almeno 3 soluzioni.

Nell’esempio di prima, puoi:

– Rispondere male al tuo capo

– Finire il documento e poi chiedere se puoi andare

– Andare via dall’ufficio alle 18 e ignorare la richiesta del tuo superiore

 

3. Considera le conseguenze di ciascuna azione

In questa fase, consideri le conseguenze di ogni azione a cui hai pensato nel punto precedente.

Chiediti: Cosa succederà per ciascuna di queste opzioni?

– Se rispondo male al mio capo, potrebbe peggiorare la situazione e incrinare i nostri rapporti con conseguenze negative a lungo termine.

– Se mi fermo per finire il documento, è vero, arriverò a casa più tardi, ma una volta fatto, non ci dovrò pensare più. Spero che il capo apprezzi il gesto. Di sicuro, mi sentirò soddisfatta/o per  aver portato a termine un’attività in sospeso e avrò una preoccupazione in meno  nei prossimi giorni.

– Andarmene sembra essere la soluzione più comoda quando quello che vorrei fare è spaccare tutto e prendere a male parole qualcuno, soprattutto il  mio capo, ma nei prossimi giorni dovrò affrontare ancora la questione, che nel frattempo sarà peggiorata.

 

4. Prendi una decisione

Dopo aver valutato le alternative e le conseguenze, è arrivato il momento di prendere una decisione e scegliere una tra le 3 azioni che avevi precedentemente elencato.

Chiediti: Qual è l’alternativa migliore? Probabilmente ti sarai resa/o conto che rispondere male al tuo superiore o andarsene non sono le decisioni più efficaci e sono troppo rischiose per cui decidi di rimanere.

Ora è il momento di passare all’azione.

 

5. Controlla il risultato

Dopo aver messo in pratica la tua decisione e una volta tornata/o a casa, è il momento di pensare a come è andata.

Chiediti: Le cose sono andate come mi aspettavo? Se no, perché no? Sono soddisfatta/o per come ho reagito? 

Quest’ultima fase di riflessione è forse la più importante poiché è quella che ti permette di conoscerti meglio e di migliorare il tuo approccio al problema.

Celebra al meglio se le cose sono andate bene e tu sei rimasta/o contenta/o delle tue decisioni.

Non rimanerci male se le cose non sono andate come ti aspettavi. Questi 5 step sembrano facili da attuare quando siamo calmi, un po’ meno quando siamo arrabbiati. Ma è proprio questo il punto.

Stai imparando una nuova lezione che come ogni cosa richiede tempo, pazienza e tanta pratica.

E tu? Ti arrabbi facilmente? Cosa fai per gestire quest’emozione?

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Lo sapevi che esistono certi tipi di personalità che tendono ad arrabbiarsi più facilmente rispetto ad altri?

Questo perché siamo diversi, siamo diversi nel mondo in cui parliamo, pensiamo, agiamo e gestiamo le nostre emozioni, siamo diversi nei nostri desideri in ciò che facciamo e come ci approcciamo agli altri e alla vita.

E quando queste differenze si manifestano spesso non le comprendiamo e iniziamo a percepire l’altro come strano, cattivo, impazzito.

A volte queste differenze portano frustrazione, delusione, chiusura, rabbia, e lungo andare minano il nostro benessere e le nostre relazioni!

Per questo motivo nasce “I colori della personalità” due giorni di ispirazione e crescita che ti permetteranno di scoprire qual è il colore della tua personalità e imparare a leggere istintivamente gli altri . 

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