Evoluzione personale in modalità pausa? Ecco 7 segnali da tenere sott’occhio

Evoluzione personale significa sfidarci a raggiungere obiettivi sempre più rilevanti?

Significa capire chi siamo oggi e chi vogliamo diventare domani?

Sì e non solo, perché sfidarci ad evolvere è una scelta che va ben oltre l’individualismo e abbraccia la collettività, come raccontano le parole del Dalai Lama:

Per affrontare la sfida del secolo venturo gli esseri umani dovranno sviluppare un maggiore senso di responsabilità universale. Ciascuno deve imparare a lavorare non solo per sé, per la sua famiglia o la sua nazione, ma a favore di tutta l’umanità” e io vorrei aggiungere a tutti gli esseri senzienti.

Il punto è che tutti possiamo avere dei momenti, o delle fasi, nella vita in cui sentiamo che la nostra evoluzione personale è in modalità pausa.

Ci ritroviamo a stagnare in una realtà immobilizzante e questo può coinvolgere la sfera personale e relazionale, così come quella del lavoro.

Possiamo anche sentire che non stiamo evolvendo spiritualmente, che la nostra parte più profonda e interiore è ‘congelata’ e che abbiamo perso quella connessione che ci permette di capire quali sono i nostri veri desideri, sogni, obiettivi di vita.

In questo senso, possiamo avere perso la strada e non capire più cosa vogliamo fare e come vogliamo muoverci per far sì che anche il mondo evolva con noi verso orizzonti di serenità, equilibrio e felicità per ogni essere vivente.

Ecco che quella modalità pausa che possiamo avere attivato nell’evoluzione personale e professionale, alla fine, è qualcosa che coinvolge anche la collettività perché  le azioni del singolo come sempre hanno l’influenza sul futuro e il benessere di tutti.

 

Perché mettiamo in pausa la nostra evoluzione?

Perché evitiamo di ‘sfidare’ noi stessi ad evolvere?

L’immobilismo può essere causato da un trauma che ha bloccato il nostro processo di evoluzione, quando emozioni come la frustrazione, la tristezza o la sfiducia nel futuro hanno preso il sopravvento.

Oppure, può trattarsi di un problema di confronto, quando cadiamo nella trappola del sentirci inferiori per l’ostentazione del successo altrui  mostrata dai social media, dove vige il diktat che bisogna essere perfetti/ricchi/di successo/bellissimi/affermati perché la vita abbia senso.

Oppure può essere, semplicemente, un periodo in cui abbiamo perso lo stimolo ad evolvere, perché la routine ci ha inghiottiti e ci sembra di non avere tempo, forze, occasioni per poter migliorarci.

La domanda è: come si fa a capire se abbiamo smesso di evolvere?

Perchè il punto è questo: prima di riattivare, è necessario riconoscere che siamo in balia da dinamiche e abitudini in cui – più o meno consapevolmente – evitiamo di sfidarci e, di conseguenza, di evolvere.

Ecco allora sette segnali,  sette bandierine rosse, che si alzano quando questo succede.

Concediti il tempo di leggere le prossime righe, perché alcune sono molto più comuni di quanto puoi pensare.

E soprattutto sono pericolose perché ci allontanano dal nostro percorso verso il miglioramento che è il vero senso profondo che dà luce alla nostra vita.

Hai messo in pausa la tua evoluzione se…
1. Smetti di mettere impegno in ciò che fai

L’impegno richiede sforzo, fatica, concentrazione, talvolta sacrifici, che si tratti di evolvere al lavoro, così come in una relazione, sia essa familiare o amicale.

Il punto è che quando smettiamo di impegnarci fisicamente e mentalmente in qualcosa, spesso iniziamo a provare un senso di insuccesso.

Allora è bene che ci fermiamo un attimo e ci chiediamo perché abbiamo smarrito la voglia di impegnarci in qualcosa o con qualcuno.

Come accennato, le ragioni possono essere diverse e sono molto legate agli obiettivi di vita e di lavoro che vogliamo raggiungere e questo porta dritti al secondo punto.

 

2. Ti tieni alla larga dai nuovi obiettivi

Senza stabilire nuovi obiettivi, rischi di diventare compiacente con la realtà che stai vivendo, anche se nel profondo del tuo essere senti che non ti sta dando la felicità e la soddisfazione che cerchi.

Per stabilire nuovi obiettivi serve portare a galla le vere aspirazioni, che si tratti di progredire nel lavoro, di avere relazioni più costruttive, dialoghi più stimolanti…

Tutte queste aspirazioni generano direzione e motivazione. Sono la forza che muove  le tue azioni e che ti permette di raggiungere gli obiettivi che desideri.

Certo, fissare nuovi obiettivi implica anche affrontare situazioni scomode…

Ma quando decidi di sfidarti per evolvere, noterai e intenderai le sfide come opportunità che offrono esperienze stimolanti per la tua evoluzione personale.

Un progetto professionale più impegnativo può diventare un’opportunità per mostrare le tue capacità e crescere nella tua carriera.

Se, ad esempio, proponi un’idea innovativa per un lavoro che si svolge da anni sempre nello stesso modo, questo ti chiederà certamente più fatica del solito, però ti ricambierà con una consapevolezza più alta delle tue capacità e forse anche con la stima di chi lavora con te.

Allo stesso modo, provare un’esperienza nuova con il partner può essere un’occasione per scoprire delle  nuove passioni in comune. Ad esempio, introdurre la pratica della meditazione insieme può portare più connessione, più quiete, anche più apertura mentale e condivisione di pensieri e visioni per il futuro di coppia.

Così come un nuovo argomento trattato tra amici può darti nuove prospettive, nuovi punti di vista e rafforzare il rapporto. Parlare, ad esempio, di come contribuire al benessere della città, del quartiere o del paese dove vivete può spingervi ad andare ad eventi e a impegnarvi in questo senso, il che aggiunge vitalità sia al rapporto di amicizia che alla singola vita di ognuno (con probabili benefici per tutta la collettività)..

 

3. Sminuisci la visione generale di dove vuoi arrivare (e NON superi il gap tra situazione desiderata e situazione attuale)

Come scrivo nel mio libro Tutta un’Altra Vita, nel momento esatto in cui stabiliamo un obiettivo, constatiamo anche che lo stato presente è diverso da quello desiderato e il divario tra le due condizioni si fa evidente.

Questo spazio viene normalmente percepito come un vuoto e diventa spesso fonte di tensione.

Come vivi questo divario? Quando pensi ai tuoi obiettivi, provi tensione, ansia, stress, preoccupazione? Se senti tensione non preoccuparti, è naturale. Sappi però che esistono solo due modi per gestire questa sensazione.

Il primo è utilizzato dai molti che confondono questo vuoto con un’emozione negativa e di conseguenza non riescono a sopportarlo.

Allora cercano di eliminarlo, ma l’unica maniera per farlo è sminuire la visione, rinunciare agli obiettivi, smettere di credere ai propri sogni. In questo modo la tensione certamente diminuisce, ma con essa si abbassa anche l’energia vitale, e in breve tempo al suo posto compaiono inerzia, procrastinazione, mancanza di iniziativa.

Il secondo modo per gestire questa sensazione è imparare a conviverci, accettarla e usare la tensione come carburante per l’azione.

Dopotutto, lo scopo del cambiamento, e di conseguenza del miglioramento non è il semplice comfort ma piuttosto l’ampliamento delle proprie possibilità.

Per fare questo è basilare lasciarsi ispirare dalla propria visione e renderla ancora più efficace.

La visione, comprende gli obiettivi ma al tempo stesso li trascende.

Ha una carica energetica ben più vasta perché include propositi più grandi di noi ed è alimentata dallo scopo della nostra vita.

 

4. Temi di fallire 

Sappiamo che la paura di fallire può essere paralizzante e, per evitare che questo succeda, è indispensabile  riconoscere che il fallimento non è una battuta d’arresto permanente, bensì un trampolino di lancio verso il raggiungimento di nuovi obiettivi.

In altre parole, evitare i rischi per paura di fallire può, purtroppo in modo semplice ed efficace, portare alla perdita di opportunità.

Viceversa, rischiare in modo calcolato,  apre le porte a nuove esperienze, orizzonti ampliati e risultati personali e professionali raggiunti.

Questo però implica che ci sia vitalità, energia ed entusiasmo, tutti stati che possono essere raggiunti solo dopo avere preso consapevolezza, e resettato, il prossimo punto.

 

5. Hai routine monotone di vita e di lavoro

Le persone che non si mettono più alla prova, in genere, hanno routine piuttosto noiose, dove ogni giorno segue l’altro con gli stessi impegni, le stesse persone viste, le stesse cose fatte e da fare…

Questa è sicuramente una trappola che rischia di farci diventare automi, in balia di una routine che magari non abbiamo nemmeno scelto consapevolmente, ma dalla quale ci sentiamo ingabbiati e incapaci di uscire.

Il punto è che siamo padroni di ogni nostra scelta, anche quella di farci inghiottire da una routine piatta e noiosa.

Così come siamo padroni di decidere che una certa routine ci ha stufati e che è tempo di movimentare la nostra vita personale e professionale con nuove sfide e nuovi stimoli.

Concretamente, possiamo scegliere di introdurre abitudini nuove e non serve che siano cose eclatanti come fare un viaggio dall’altra parte del mondo o cambiare lavoro di punto in bianco, magari senza una preparazione o un materasso economico.

Un weekend o una gita fuori porta, secondo disponibilità, a può essere uno stimolo da considerare.

Un corso di formazione o un weekend per acquisire competenze complementari, come ad esempio la negoziazione o l’imparare a parlare in pubblico (nozioni spendibili in ogni settore lavorativo), sono un ottimo punto di partenza per spezzare la routine e attivare un nuovo corso nella nostra vita.

 

6. Non rifletti sul passato

Evitare di riflettere sulle nostre esperienze e non imparare da esse significa che continueremo a fare gli stessi errori ancora e ancora e ancora.

L’autoriflessione è uno strumento importante per l’auto-miglioramento, che ti aiuta a crescere prendendo spunto dalle tue esperienze e a prendere decisioni migliori  per il futuro

Ecco alcuni esempi pratici:

  • Se non ti prendi il tempo per riflettere sulle tue passate esperienze lavorative, potresti commettere ripetutamente gli stessi errori di carriera, di scelta del settore dove lavorare, dei rapporti con i colleghi o i lavoratori.
  • Glissare l’impegno a  riflettere sulle tue relazioni passate può portarti  a ripetere gli stessi schemi relazionali che hanno affossato i legami precedenti o che hanno portato sofferenza in passato;
  • Senza analizzare le tue decisioni finanziarie passate, puoi ritrovarti  a commettere gli stessi errori, che magari hanno minato la tua stabilità economica.
  • Non tenere a mente ciò che ti ha creato malesseri fisici in passato, magari abitudini alimentari sbagliate o sedentarietà, può farle emergere o, peggio ancora, solidificarle, con gravi danni per la salute.

Più che un maestro, il passato può essere uno specchio, che rivela in modo autentico ciò che ha funzionato e cosa no.

Uno specchio che non addolcisce nulla, perché restituisce un risultato parziale e obiettivo dei risultati mancati o raggiunti nel passato, da quello più indietro negli anni a quello più recente.

Considerare quel risultato, qualunque sia l’esito, è una base di riflessione che permette di agire con più consapevolezza in ogni scelte presente e futura di vita e di lavoro.

 

7. Eviti conversazioni significative

Hai mai parlato con qualcuno che evita argomenti profondi? Di solito queste persone continuano a dare risposte semplici qualunque cosa gli venga chiesta, soprattutto su temi che vanno oltre il superficiale e provano a cambiare argomento se il dialogo tocca corde intense, qualsiasi sia l’argomento.

La domanda é: si può instaurare una relazione significativa in questo modo? E non si tratta solo di relazioni sentimentali, perché questo implica i rapporti con amici, familiari e anche colleghi.

Evitare conversazioni profonde porta a relazioni superficiali. In alcuni casi può starci, nessuno dice che bisogna avere un rapporto speciale con il postino (anche se, per carità, può succedere e ben venga).

Ma il punto è che impegnarsi in discussioni significative amplia i tuoi orizzonti e ti aiuta a vedere il mondo da diverse prospettive.

Viceversa, se per qualche motivo, eviti di avere questi confronti, la conseguenza è stagnare nelle stesse convinzioni e prospettive di sempre, senza darti il permesso di evolvere grazie alla ricchezza dei punti di vista altrui.

Questi sono sette allarmi che l’evoluzione personale è in modalità pausa.

Riconoscerli è un grande passo e quello successivo è iniziare a mettere in pratica azioni ispirate dal voler trasformare una realtà piatta e insoddisfacente in una fonte costante di gioia e soddisfazione.

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