C’è qualcosa di speciale nel modo in cui il docu-film Pole Pole, diretto da Thomas Torelli e interpretato da Lucia Giovannini, ha saputo catturare il cuore del pubblico italiano.
Ogni proiezione è stata un’esperienza che ha fatto riscoprire il valore della lentezza, dell’introspezione e della connessione umana.
Le proiezioni, che hanno attraversato tutta Italia, sono state molto più di semplici appuntamenti cinematografici.
Ogni serata si è trasformata in un evento carico di emozioni, intrecciando melodie musicali, spiritualità e riflessione.
È come se ogni spettatore fosse stato invitato a un viaggio collettivo nell’anima.
Le serate delle proiezioni: emozioni dal vivo
Ogni proiezione di Pole Pole è stata un’occasione per vivere un evento unico. La serata iniziava con le Melodie per l’Anima, eseguite dal musicista Luka Zotti, uno dei compositori della colonna sonora del film. Le sue note sembravano toccare qualcosa di profondo negli spettatori, aprendo il cuore e la mente per ciò che sarebbe venuto dopo.
Dopo la proiezione, il pubblico veniva coinvolto in dibattiti vivaci e toccanti con la protagonista Lucia Giovannini, suo marito Nicola Riva, e il regista Thomas Torelli.
Le conversazioni andavano ben oltre il film, toccando temi universali come il significato del rallentare, il valore della gratitudine e la necessità di proteggere la natura. In questi momenti, le storie personali si intrecciavano con quelle del pubblico, creando un’atmosfera di scambio autentico e profondo.
La conclusione di ogni serata era forse la parte più potente: una meditazione collettiva guidata da Lucia.
Centinaia di persone, riunite in una sala, chiudevano gli occhi e si immergevano in un momento di connessione spirituale. Il respiro di tutti si sincronizzava, creando un’energia palpabile che sembrava unire ogni cuore presente. Molti spettatori hanno descritto questa esperienza come una vera e propria epifania, un’occasione per ritrovare sé stessi e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Pole Pole, che in swahili significa “piano piano” è un’espressione che racchiude un’intera filosofia di vita.
Non si tratta semplicemente di fare meno cose o di muoversi più lentamente, bensì di riscoprire la presenza in ogni azione.
È un richiamo a vivere con intenzionalità, ascoltando i ritmi interiori e quelli dell’ambiente che ci circonda.
Nel film, questo concetto guida il viaggio attraverso luoghi magici lontani, dove la spiritualità e la connessione con la natura sono ancora vivi e autentici.
Attraverso immagini evocative e storie potenti, il film Pole Pole esplora il ritmo frenetico della modernità e propone una nuova via: rallentare per riconnettersi con se stessi, con gli altri e con la natura.
Rallentare, per ritrovare i tempi dell’Anima.
Ora, questa emozioni e queste esperienze possono essere vissute anche da casa: grazie alla possibilità di accedere al film e agli eventi correlati online, puoi diventare parte di un movimento globale che celebra la consapevolezza, il rispetto dei nostri tempi interiori e la protezione della natura.
Il film Pole Pole è l’invito a ritrovare i tempi dell’anima e anche tu puoi cominciare a farlo cliccando qui.
L’essenza del titolo: Pole Pole
La protagonista Lucia Giovannini, icona del benessere personale e dello sviluppo spirituale, racconta come Pole Pole sia nato dalla sua esperienza personale e anche dall’osservazione di culture che hanno mantenuto un profondo legame con il sacro. Lucia, con suo marito Nicola Riva, vivono infatti in queste terre, dove guidano i percorsi di viaggio-vacanza Spiritualità, Vitalità e Benessere.
La sua conoscenza ed esperienza delle culture, delle tradizioni e dei rituali di questi luoghi sono piene, reali e radicate, e uno degli obiettivi del film Pole Pole e raccontarle all’occidente, trasmetterle a più persone possibili perché possano coglierne la saggezza e la profondità.
Su tutte, l’idea che rallentare non significa fare meno o diventare pigri, il contrario: significa riscoprire la gioia della lentezza e dell’intenzionalità in un mondo che valuta la velocità sopra ogni cosa.
Le radici del film: un viaggio tra luoghi e culture
Il film si apre in Africa, luogo simbolico per Lucia, che vi ha trascorso parte della sua infanzia. È lì che l’approccio Pole Pole trova una delle sue prime espressioni, nel rapporto intimo tra le persone e la natura. Da questo punto di partenza, il viaggio prosegue verso l’Asia, toccando paesi come Laos, Thailandia e Bali, dove la spiritualità è una presenza quotidiana.
In Laos, ad esempio, la vita scorre lenta, scandita da rituali come il Tak Bat, la tradizionale questua mattutina dei monaci. Questa cerimonia rappresenta un atto di reciprocità tra chi offre cibo e chi lo riceve, incarnando un profondo senso di comunità e gratitudine.
In Thailandia, il concetto di “Sanuk” celebra la felicità nelle piccole cose, mentre a Bali i rituali spirituali sono parte integrante della vita quotidiana, come il Melukat, un’antica cerimonia di purificazione.
Attraverso queste esperienze, Pole Pole mette in luce una saggezza antica, che invita a rallentare non per fare di meno, ma per vivere di più.
Il messaggio centrale: ritrovare il tempo dell’anima
Uno dei temi centrali di Pole Pole è il ritrovare il tempo dell’anima.
La società moderna ci spinge a concentrarci sul fare, spesso a discapito dell’essere.
Corriamo per accumulare beni materiali, per inseguire obiettivi che ci vengono presentati come fondamentali, ma che spesso non riflettono i nostri desideri autentici. In questo processo, rischiamo di perdere il contatto con noi stessi.
Il film ci ricorda che rallentare non significa abbandonare le nostre responsabilità, ma affrontarle con una nuova consapevolezza.
È un invito a fermarci, a respirare e a chiederci: “Sto andando nella direzione giusta? Sto vivendo la vita che desidero o quella che altri hanno scelto per me?”. Questo tipo di introspezione è essenziale per ritrovare l’equilibrio interiore, soprattutto in un mondo che ci chiede continuamente di fare di più.
Spiritualità pratica: il sacro nel quotidiano
Pole Pole esplora il concetto di spiritualità pratica, una forma di connessione con il divino che non si limita ai grandi gesti o ai momenti speciali, ma si manifesta nella vita di tutti i giorni.
Nei luoghi visitati dal film, la spiritualità non è un concetto astratto, ma una realtà tangibile. Gli abitanti di Bali, ad esempio, offrono cibo agli spiriti e agli animali randagi, dimostrando che ogni azione, anche la più semplice, può essere un atto di devozione.
In Thailandia, la pratica di consacrare gli alberi come “monaci” rappresenta un potente esempio di come la natura possa essere venerata e protetta. Questo rituale, che avvolge i tronchi con drappi arancioni, non solo conferisce sacralità agli alberi, ma ci ricorda la nostra responsabilità verso l’ambiente.
Una narrazione personale e universale
Lucia Giovannini è al centro di Pole Pole, ma il film non è solo il racconto della sua vita. È una narrazione universale, che tocca corde profonde in ogni spettatore. Lucia condivide momenti di grande vulnerabilità, come la sua esperienza con la malattia, trasformandoli in insegnamenti di resilienza e speranza. Questo approccio autentico e senza filtri permette al pubblico di identificarsi con lei, di vedere nelle sue sfide un riflesso delle proprie.
Il messaggio è chiaro: ognuno di noi ha dentro di sé la forza per affrontare le difficoltà, ma questa forza può emergere solo quando smettiamo di correre e iniziamo ad ascoltare.
Il potere della gratitudine e della connessione
Un altro tema fondamentale del film è la gratitudine, una pratica che può trasformare il nostro approccio alla vita. Studi di psicologia positiva dimostrano che la gratitudine aumenta il benessere emotivo, e Pole Pole mostra come essa sia una parte integrante delle culture visitate. In Laos, Thailandia e Bali, la gratitudine è espressa attraverso rituali quotidiani che elevano l’energia collettiva.
Allo stesso modo, il film sottolinea l’importanza della connessione: con noi stessi, con gli altri e con il mondo naturale. Attraverso scene che catturano la bellezza dei paesaggi e dei momenti di meditazione collettiva, Pole Pole ci invita a riflettere sul potere di vivere in armonia con ciò che ci circonda.
Un catalizzatore di cambiamento
Pole Pole è il cuore di un movimento più ampio. Uno degli obiettivi principali è sensibilizzare le persone sull’importanza di proteggere la natura. L’iniziativa di consacrare gli alberi come monaci è un esempio concreto di come piccoli gesti possano avere un grande impatto.
Attraverso il film, Thomas Torelli e Lucia Giovannini ci spingono a riflettere su come possiamo contribuire a un mondo più sostenibile e spirituale.
Un invito a vivere in modo autentico
Il film Pole Pole è un viaggio che parla al cuore.
È un invito a rallentare, a riflettere e a vivere in modo più autentico. Il messaggio non è quello di isolarsi dal mondo, ma di trovare un equilibrio tra le richieste della società e i bisogni dell’anima. In un’epoca in cui la velocità è glorificata, il film ci ricorda che la vera ricchezza risiede nella lentezza, nella presenza e nella capacità di vivere ogni momento con intenzionalità.
Con il suo approccio sincero e ispiratore, Pole Pole trasforma il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo. Guardarlo significa accettare un invito a riscoprire la bellezza della lentezza, non come una rinuncia, bensì come un’opportunità per vivere più pienamente.
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