Nel mio metodo Dimagrire Facil-Mente la chiamo fame psicologica, ma è più conosciuta come fame nervosa e, come suggerisce la parola, è quella fame che sopravviene quando proviamo emozioni difficili e ci rifugiamo nel cibo.
La fame nervosa non ha nulla a che fare con la fame biologica, che sopravviene quando il corpo ci chiede l’energia per vivere.
del resto…
Quante volte ci facciamo la guerra davanti allo specchio, nel camerino di un negozio, quando vorremmo a tutti i costi che un abito ci stesse bene, ma non è della nostra taglia?
Quante volte facciamo la guerra alle emozioni che proviamo e non facciamo che caricare i fucili, pronte a sparare su ogni sensazione che giudichiamo sbagliata, invalidante…?
Quante volte non accogliamo quelle stesse emozioni che più cerchiamo di reprimere e più ci portano verso la rabbia, il dolore, la frustrazione?
Quante volte non siamo noi ad aprire il frigo, ma quelle maschere rabbiose che abbiamo indossato tutto il giorno con le persone di fronte alle quali non ci permettiamo di mostrarci per come siamo davvero?
Ecco che in una semplice frase potremmo dire: vi è tutto un mondo sommerso che si è depositato sui fianchi, sul girovita o sulle cosce.
Ma andiamo con calma…
Mettiamo che tu abbia fatto un digiuno, che tu abbia svolto un allenamento intenso, che tu abbia saltato un pasto per un impegno improvviso.
Ok, avrai fame, ma non così forte da “gettarti sul cibo” senza avvertirne nemmeno il sapore o senza essere cosciente di quello che hai nel piatto.
Nella tua quotidianità è molto probabile che ciò che vivi con il cibo non sia fame biologica, ma fame psicologica, chiamata anche fame nervosa.
Come riconoscere la fame nervosa?
Come riconoscere la fame nervosa?
Quando senti un impulso viscerale di cibo, quando non sai trattenerti e non riesci di fatto a farlo, allora i morsi della fame che ti portano a “divorare il cibo” sono spinti non dal corpo ma dalla psiche. È lei che ha fame, sono le tue emozioni che hanno fame, sono le sensazioni di vuoto interiore che mandano l’impulso del bisogno di cibo.
A questo proposito occorre tener presente un altro aspetto: parecchi cibi industriali contengono poche sostanze nutritive.
Dunque cosa succede all’organismo?
I conservanti, gli edulcoranti, i coloranti, gli emulsionanti sono sostanze che servono all’industria alimentare per conservare e confezionare il prodotto, per dargli un sapore piacevole o un odore irresistibile, ma ai fini nutritivi non ci offrono energia vera. Questi alimenti non servono al nostro corpo, piuttosto lo inquinano.
Li mangiamo, ma in realtà non stiamo dando al corpo le sostanze nutritive di cui ha bisogno ed ecco un altro motivo per cui continuiamo ad avvertire la fame.
Il nostro corpo è una macchina intelligente e anche dopo una merendina, ad esempio, lui continuerà a dirci che necessita di nutrimento.
Nella sua richiesta vi è la necessità, di vitamine, minerali o amminoacidi, ma anche di altri principi attivi che devono essere trasformati in energia.
Tutto ciò che è stato confezionato, inscatolato, aggiunto di componenti chimici, non potrà mai fornire il giusto nutrimento.
Abbiamo bisogno di seguire un’alimentazione più vera, più sana, che non significa che devi stare ai fornelli a preparare un pranzo per ore e ore.
Certo, potresti avere delle intolleranze, ma sostanzialmente i cibi che ci “fanno bene” sono frutta, verdura, germogli, semi, noci, cereali integrali, possibilmente provenienti da coltivazioni locali e biologiche, che non presentano l’aggiunta di elementi che ne vadano ad alterarne la natura.
Questi sono gli ingredienti più ricchi di nutrienti e che ci saziano in modo sano e completo.
Nel momento in cui ti alimenterai di questo cibo, avrai un senso di sazietà maggiore. Pensa a tutte le volte che mangi dei carboidrati bianchi.
Questi creano assuefazione, perché contengono dei peptidi che sono degli oppiacei. Ad esempio le esorfine che sono contenute nel glutine del grano e nella caseina del latte creano una vera e propria dipendenza.
Hai mai notato come pane, pizza e pasta ti creino una sorta di dipendenza e come non ti sazino in realtà, perché avverti fame anche subito dopo aver terminato di mangiare?
Se sei abituato a mangiare molti carboidrati bianchi e zuccheri e rivedi la tua dieta, diminuendoli o eliminandoli, all’inizio non solo ne avvertirai voglia, ma proprio una sorta di bisogno fisico.
In quel caso è in atto una vera e propria crisi di astinenza.
Fame nervosa: la prima cosa da considerare
Il primo fattore da considerare quindi rispetto alla fame è il cosa mangi, sia che si tratti di fame biologica o fame nervosa.
La bella notizia è che man mano che passeranno i giorni e avrai sostituito i carboidrati bianchi con frutta o verdura o mangerai quelli non raffinati, come avena, miglio, grano saraceno, cereali integrali, il tuo corpo riconoscerà le sostanze nutrienti vere e si sentirà più energico e sazio prima.
Col passare del tempo avvertirai sempre meno l’esigenza di questi alimenti e preferirai quelli sani.
Questo è un vero e proprio processo di detossificazione che è necessario.
Nel caso da domani tu voglia iniziare a depurarti, voglio aggiungere un piccolo dettaglio che è necessario conoscere: sappi che, anche se sei adulta, potrebbero comparire sulla pelle dei brufoletti, proprio perché il corpo si sta ripulendo.
Non ti devi preoccupare di questo, è come se le tossine, che sono nel corpo da tanto tempo, venissero in superficie e cercassero un modo di “uscire”. Dovrai ricordarti di bere molto, in modo che tu possa espellere tutto ciò che non ti serve, aiutando così il tuo organismo a detossinare. Puoi farlo anche con tisane e centrifugati e aiutarti con saune o bagno turco.
Voglio ricordarti che è di fondamentale importanza in tutto questo percorso l’attenzione che cercherai di mantenere non solo per il cibo inteso come alimento fisico, ma anche per il cibo della tua mente: i pensieri.
Non smetterò mai di ripetere di lasciare andare il giudizio, i commenti duri su di te, sulla tua fisicità o il tuo non sentirti adeguata o sbagliata.
Cerca di iniziare a muoverti dentro la tua mente come se dovessi effettuare anche in quell’ambiente una detossificazione.
Tutto questo sarà molto utile per comprendere al meglio la fame psicologica, o fame nervosa.
Fame nervosa e ricerca dell’amore: scopri il nesso
Il cibo è uno stimolo per ogni essere umano, così come la tv o i social network.
Ecco perché a volte non mangiamo perché abbiamo fame, ma perché siamo semplicemente annoiati.
Mangiamo anche per distrarci, per distogliere l’attenzione da situazioni difficili, pesanti. Cibarsi significa quindi ricevere nuovi stimoli e lo facciamo con il cibo in quanto è qualcosa di facile, è a portata di mano.
Un altro aspetto della fame nervosa è lo stretto legame tra cibo e amore.
Ogni volta che il bimbo piange, la mamma lo calma con il cibo; pensa che abbia fame e lo allatta. Siamo quindi stati abituati a calmare le emozioni negative con il latte, con il cibo.
Questa è una costante nella crescita di ognuna di noi.
Vi è poi un altro aspetto legato al concetto di amore. Quanti di noi sono cresciuti con un assioma: cibo uguale amore.
Perché la mamma o la nonna cucinavano per te, perché nelle ricorrenze o nel premiarti per qualcosa vi era il preparare cibo.
Quella pietanza, quei biscotti, quella torta erano un modo per dimostrarti amore, per farti sentire amata, per dirti che eri brava. Oppure pensa alle festività con le tavole imbandite e ricche di piatti. Tradizionalmente, il cibo è sinonimo di amore, di famiglia, di festa e felicità, di convivialità.
Quante volte la frase: “Ti preparo qualcosa di buono da mangiare” è stata una dichiarazione d’amore tra le mura di casa? Questa era la maniera di dimostrare amore.
Modalità che inconsciamente perpetuiamo ancora oggi, il cibo diventa il modo per soddisfare il nostro bisogno di approvazione e accettazione.
Occorre quindi uscire da questo meccanismo.
Sicuramente vi è amore nel preparare un pranzo sano per noi, i nostri figli, le persone care, ma non necessariamente dobbiamo sederci a tavola a mezzogiorno e alzarci alle tre del pomeriggio, dopo aver mangiato ogni tipo di pietanza grassa o ricca di condimenti, conservanti oppure zuccheri raffinati.
Anche nel caso in cui la domenica ci fosse il pranzo fisso dalla suocera e lei abbia questo modo di cucinare abbondante, si può sempre far presente che sappiamo che quello è il suo modo di dimostrarci amore e di prendersi cura della famiglia, e ne siamo grate, ma possiamo anche aggiungere che preferiamo un altro tipo di alimenti.
“Se mi vuoi bene, smetti di cucinare così tante pietanze. Aiutami a restare in forma e in salute. Grazie.”
Oppure: “Questa volta per festeggiare, anziché stare a tavola andiamo tutti alle terme, o ci facciamo un frullato e una bella camminata insieme nella natura”.
Questo potrebbe essere un buon punto di partenza di un dialogo con tua madre, il tuo partner, le tue amicizie. Oppure con te stesso.
Anche questo è un primo passo verso un altro tipo di consapevolezza necessaria per cambiare paradigma del rapporto con il cibo e di conseguenza con il corpo e il peso.
Non si tratta di smettere di cucinare, ma di limitarsi, oppure di cambiare il modo.
Chiedere, rivendicare, provare a cambiare ti potrebbe portare a provare senso di colpa, una delle condizioni che occorre imparare a “gestire”, o meglio ad accettare. Dovesse anche capitare che finissi per affondare il cucchiaio nel “famoso” barattolo di gelato, non sentirti in colpa.
Non giudicarti. Cambia il tuo modus operandi anche in questo caso e stupisci il tuo cervello: non giudicarti, non pensare al fallimento, ma afferma che hai fatto del tuo meglio. Sii gentile con te stesso.
Spero che questo articolo su come riconoscere la fame nervosa dalla fame biologica ti sia stato utile e, se stai cercando di perdere peso, vuoi tornare in forma o capire come mantenerla nel tempo, ho una bellissima novità per te!
È appena uscito il mio nuovo libro Dimagrire Facil-Mente, in cui ho raccolto l’omonimo metodo che ti permette di ritrovare il tuo peso ideale e la tua fiducia, senza diete estreme, senza rinunciare al cibo che ami, sfruttando il potere delle tue emozioni nascoste.