Come smettere di pensare troppo: capire, accogliere, trasformare

“Non riesco a smettere di pensare”

Questa frase può arrivare a seguito di un problema sul lavoro, di una scelta che poteva essere presa in modo diverso o di una situazione che ci ha turbati.

La mente allora corre, ripassa, analizza, giudica e poi ricomincia, in un cerchio che sembra non avere fine. Questo è il ciclo dell’overthinking o, in italiano, del pensare troppo, un’abitudine mentale che consuma energia, disturba il benessere, congela le azioni e genera ansia e stress.

La domanda allora diventa: come smettere di pensare troppo?

Di certo nessuno ha una bacchetta magica.

Ma quando ci accorgiamo di questo schema possiamo cominciare ad esserne più consapevoli e, soprattutto, a osservare la qualità dei nostri pensieri.

Come vedremo tra poco, questo è il primo passo per capire l’origine dei pensieri tossici, distinguerli da quelli utili e ritrovare uno stato di quiete mentale.

Donna pensa testa fra le mani

Pensare troppo: cosa significa davvero?

Il problema di per sé non è il ‘pensare troppo’, perché pensare è un’azione che, se fatta correttamente, è utile ogni analisi, soprattutto quando andiamo in profondità su temi che ci stanno a cuore.

Il problema nasce quando si comincia a rimuginare senza agire o comprendere: una sorta di ruota del criceto mentale, un pensiero che gira su se stesso e produce frasi del tipo:

  • “Perché ho detto quella cosa?”
  • “E se ho fatto la scelta sbagliata?”
  • “Perché mi succede sempre questo?”

Sono tutti pensieri che non ci aiutano a migliorare.

Anzi, creano uno stato mentale bloccante e congelante che riaccende il motore del cervello in un loop infinito, logorando corpo, mente ed emozioni.

 

Perché pensiamo troppo?

La psicologia ha studiato a lungo il fenomeno dell’overthinking, individuando alcune cause profonde, spesso inconsce. Vediamone quattro:

1. Illusione di controllo
Crediamo che analizzando ogni singolo dettaglio potremo controllare il risultato. Ma non è così: non abbiamo (e non avremo mai) il controllo totale sugli eventi o sulle persone.

2. Perfezionismo
Cerchiamo l’azione perfetta, la risposta perfetta, la versione perfetta di noi stessi. Ma la perfezione non esiste. Il perfezionismo è immobilizzante: è una rincorsa ai mulini a vento che ci stanca mentalmente, emotivamente e fisicamente.

3. Intolleranza all’incertezza
Vogliamo sapere prima come andrà un evento, una relazione.., ma anche cosa penseranno gli altri, se tutto sarà a posto. Per rassicurarci, pensiamo e ripensiamo a ciò che potrebbe accadere.

4. Senso di dovere
Pensare può diventare un lavoro. Crediamo di essere produttivi solo perché stiamo usando energia mentale? Può succedere, ma la realtà è che non la stiamo incanalando in modo utile.


Pensiero utile o pensiero tossico?

Un articolo filosofico pubblicato su Think del Cambridge University Press distingue tra pensiero giusto e pensiero sbagliato. Il problema, secondo gli autori, non è pensare troppo, ma pensare male.

  • Il pensiero giusto genera chiarezza, comprensione e decisione.
  • Il pensiero sbagliato crea confusione, stallo e ansia.

 

In questo contesto come non citare il pensiero contemplativo, che può essere lungo e anche vorticoso, ma che è bene coltivare perché nutre la nostra interiorità. Se, ad esempio, sentiamo il richiamo a pensare profondamente a un insegnamento, questo è un pensiero contemplativo che può farci scoprire nuovi punti di vista e far nascere domande stimolanti.

Infografica per capire come smettere di pensare troppo

 

7 segnali che stai pensando troppo

Ecco i segnali più comuni dell’overthinking:

  1. Fatica a prendere sonno: il cervello ripassa ogni conversazione ed errore della giornata.
  2. Difficoltà a prendere decisioni: le scelte sembrano sempre sbagliate, mai abbastanza giuste.
  3. Rivivere momenti imbarazzanti: cerchiamo difetti e colpe in episodi passati.
  4. Farsi domande senza risposta: “Perché proprio a me?” è una domanda che non porta da nessuna parte perché, semplicemente, non ha una risposta logica e sensata.
  5. Mancanza di concentrazione: la mente vaga e fatica a restare focalizzata.
  6. Leggere troppo tra le righe: interpretare intenzioni altrui senza basi certe.
  7. Inazione: nonostante tutto questo pensare, non agiamo.

 

Donna serena dopo essersi liberata overthinking

Come smettere di pensare troppo: 5 strategie efficaci

Smettere di pensare troppo non significa zittire la mente a forza. Significa creare uno spazio diverso dentro di noi. Ecco come:

1. Diventa consapevole dei tuoi pensieri
Il pensiero eccessivo è spesso automatico. Osserva i segnali fisici associati: tensione alla pancia, mal di testa, respiro corto. Notarli è già un ottimo inizio.

2. Nomina il pensiero, non fonderti con esso
Invece di dire: “Sono un disastro”, prova a dire: “Sto pensando di essere un disastro”. Questo crea distanza e riduce il potere del pensiero.

Lucia giovannini con abate monastero ingiappone
DIDASCALIA: In questa immagine Lucia Giovannini con l’abate del monastero dove sono stati ospiti con il percorso Sporitualità, Vitalità e Benessere: il Giappone Esoterico.

 

3. Sposta l’attenzione con un gesto concreto
Durante il percorso Spiritualità, Vitalità e Benessere,: il Giappone Esoterico siamo stati ospitati da monaci del buddhismo esoterico. Loro usano un mala, una collana di grani sacri, al polso. Quando la mente inizia a rimuginare, sfregano il mala tra le mani e questo gesto di consapevolezza diventa un ancoraggio per tornare al presente.

Questo gesto diventa un ancoraggio per tornare al presente.

Ecco che anche noi possiamo usare un oggetto simbolico come il mala, meglio se al polso così è comodo, per interrompere il ciclo dell’overthing.

In conclusione, la soluzione per smettere di pensare troppo non è forzare la mente a smettere di pensare, ma migliorare la qualità dei pensieri.

In tre parole: capire, accogliere e trasformare.

Essere consapevoli di quando stiamo pensando troppo, abbracciare l’idea che questo sta succedendo senza giudizio e scegliere di cambiare rotta è un processo che ci aiuta a stare meglio e, naturalmente, a vivere meglio.