Come riconoscere la depressione? 5 elementi da riconoscere, per difenderti e cominciare a stare meglio

Come riconoscere la depressione? Questa domanda è ottima e lecita, tanto più che a causa delle vita frenetica, spesso facciamo fatica a comprendere quali sono le nostre emozioni e il nostro stato d’animo.

Facciamo fatica a capirlo sia in termini di quantità (quante emozioni diverse proviamo ogni giorno?) che di qualità (che tipo di emozioni proviamo ogni giorno?)

Troppe volte, facciamo fatica individuare il motivo dei nostri sentimenti più profondi, non ci fermiamo ad ascoltarli e non cerchiamo di comprenderli, perché pensiamo che questo ci chieda troppo tempo e inconsciamente, pensiamo di non averne a disposizione.

Oppure, e questo è assolutamente umano, teniamo di fare i conti con noi stessi, quindi di ammettere che stiamo attraversando un momento difficile.

Leggere questo articolo è però un grande passo in avanti, perché può aiutarti a capire come riconoscere la depressione, attraverso cinque elementi che suonano come dei campanelli d’allarme.

Riconoscerli, soprattutto se stanno squillando nelle nostre vite, ci aiuta a fare qualcosa di concreto, ovvero dare un nome al nostro stato d’animo attuale.

Questo ci aiuta sia a portare quiete nel nostro dialogo interiore, che a muovere i primi passi per stare meglio.

Iniziamo allora a scoprire come riconoscere la depressione e consideriamo che questi ‘campanelli’ possono essere forti, squillanti, quasi urlanti, oppure deboli, quasi un sussurro…

Se così fosse, è bene cominciare ad ascoltarli, lasciare che emergano e ci comunichino i segnali che abbiamo bisogno prima di capire, e poi di cominciare ad elaborare per stare meglio.


1 -L’assenza di uno scopo

Quando eravamo più giovani, abbiamo probabilmente passato molto tempo a chiederci cosa volevamo ottenere dalle nostre vite.

Con il passare del tempo, però, la frenesia della vita può averci risucchiato, e così abbiamo smesso di chiederci cosa vogliamo davvero per noi stessi.

A chiederci qual è il nostro vero scopo nel mondo.

A chiederci quali sono i nostri veri ideali, le nostre credenze più profonde, la nostra missione di vita.

Queste assenze generano a loro volta un’assenza di scopo, ovvero possono causare una mancanza di significato nella nostra vita, che crea tristezza, vuoto, senso di smarrimento e apre le porte alla depressione.

Il punto è che questa assenza può verificarsi anche in condizioni ‘esterne’ ottimali.

Magari tutto intorno a noi è perfetto, abbiamo un buon lavoro, una famiglia che ci ama, amici con cui ci divertiamo, ma in fondo al nostro cuore ci sentiamo depressi, perché manca il contatto con il nostro obiettivo originale, ovvero non sappiamo cosa vogliamo dalla nostra vita.

È importante ricordare che ognuno trova significato in cose diverse: lavoro, relazioni, aiuto agli altri, apprendimento, creatività e altro ancora.

Quindi, l’idea è di fare un passo indietro e guardare alla nostra vita e chiederci: cosa mi rende felice?

Quando ci facciamo questa domanda, apriamo le porte a risposte anche inaspettate,

È bene lasciarle fluire e quindi decantare, in modo da poter chiarirci le idee su qual è il vero scopo della nostra vita, che è strettamente legato a ciò che ci rende felici.

Beninteso, possiamo avere più di uno scopo, ed è bene che sia così, così come è bene e naturale che gli scopi cambino nel corso del tempo.

Ciò che conta, è pensare a ciò che ci rende felici e a qual è la cosa che vogliamo realizzare nel mondo, qualunque essa sia.

Così, una volta individuata, potremo cercare di raggiungerla o perseguirla un po’ alla volta.

 

2 – La solitudine

Uno dei motivi per cui può nascere la depressione è l’assenza di connessioni sociali, una situazione che nel concreto porta a generare un senso di solitudine.

La pandemia, il social distancing e le nuove modalità di lavoro da remoto certamente non hanno aiutato, ma è importante ricominciare a nutrire le nostre relazioni sociali.

Questo perché, siamo esseri sociali, abbiamo un profondo bisogno di confrontarci, di stare con gli altri, di vivere con gli altri, altrimenti il rischio è quello di coltivare una solitudine che può portare a provare emozioni difficili, fino a sfociare nella depressione.

Al contempo, alcune persone trascorrono molto tempo con gli altri, ma possono comunque sentirsi sole e depresse.

In questo caso è bene pensare alla qualità delle proprie relazioni e chiedersi: se oggi ho bisogno di parlare a cuore aperto con qualcuno, chi chiamerei?

Il consiglio è di esaminare le connessioni sociali e vedere quante persone sono davvero intorno a noi, sono ‘con noi’ nel senso più profondo del termine.

L’idea, in ogni caso, è che non è mai troppo tardi per cambiare la situazione esistente, per coltivare nuove amicizie e nuovi rapporti, che rispecchiano i nostri ideali, la nostra missione di vita e le nostre credenze.

L’idea è di farlo con il cuore e la mente aperti, senza bisogno di avere approvazioni dagli altri, evitando il giudizio nei nostri confronti e naturalmente nei confronti degli altri, assumendoci la responsabilità delle nostre idee, parole e azioni, esercitandoci ad amare noi stessi e gli altri.

3 – Emozioni represse

Un altro campanello d’allarme che ci aiuta a capire come riconoscere la depressione è l’analisi delle emozioni represse.

Vero, si tratta di un passo complesso da fare, ma infinitamente utile per capire come stiamo in un certo momento della nostra vita.

Come esseri umani, se sentiamo che le nostre emozioni sono ingiustificate, possiamo reprimerle e questo può portarci alla depressione.

Le emozioni difficili possono essere frutto dei valori con cui siamo cresciuti, che possono a loro volta derivare da ciò che ci circonda o ci ha circondato in passato, come la nostra famiglia o gli amici.

Ad esempio, da bambini può esserci stato detto che esprimere i sentimenti è un segno di debolezza, così prendiamo per buono questo fatto, e non confidiamo a nessuno le nostre emozioni difficili.

Esternamente cerchiamo di essere felici, ma internamente stiamo vivendo una sorta di conflitto.

È vero, una cosa del genere può essere molto difficile, ma affrontarla è possibile e realizzabile.

L’idea è cercare di capire perché siamo arrabbiati, tristi o felici per certe cose.

È di cercare di guardare dentro a noi stessi, di vedere cosa proviamo veramente e di concederci il permesso di sentirci proprio così, tristi, arrabbiati, sfiduciati…

Reprimere le emozioni non è mai un bene, per non generare quell’effetto ‘pentola a pressione’ che può scoppiare da un momento all’altro.

Riconoscere che siamo arrabbiati, tristi, tesi o che stiamo provando altre emozioni difficili, è viceversa un sollievo, ed è un enorme passo in avanti per prevenire e iniziare a stare meglio dalla depressione.


4- La nostra voce interiore

La nostra voce interiore può essere minacciosa e paralizzante, cosa che può accadere inconsciamente, senza che noi abbiamo alcun controllo su di essa.

Può abbatterci e sabotare la nostra anima.

Le ragioni della nostra voce interiore possono essere basate su errori o fallimenti che abbiamo vissuto, commenti dei nostri genitori o insegnanti, o da una ricerca di perfezionismo che ci auto-crea una forte pressione.

Come l’acqua che, goccia a goccia, tocca una pietra per tanto tempo, alla fine la nostra voce interiore rischia di creare un solco irreparabile.

Tanto più che la voce interiore negativa si sviluppa nel tempo e quando ci porta a pensare che non siamo abbastanza bravi, non siamo intelligenti/forti/belli/di successo…

…la pressione può aumentare in modo continuo, spesso senza che neanche ce ne accorgiamo.

All’inizio potremmo non sentirlo affatto, ma nel tempo il dialogo potrebbe attaccarci verbalmente dall’interno, creando lo stesso solco nella nostra anima e spianando la strada alla depressione.

Questo tipo di depressione è molto difficile da diagnosticare perché non riusciamo a vedere quanto siamo severi con noi stessi e in questo caso, anche le persone intorno a noi probabilmente faranno fatica ad accorgersene

Pertanto, la consapevolezza è la chiave.

L’idea è  prestare attenzione al dialogo interiore, alla mentalità e al modo in cui ci vediamo e ci rivolgiamo a noi stessi.

Provare a chiederci: sto male quando non soddisfo le mie aspettative? Se la risposta è inequivocabile sì, allora la voce interiore è in fase di auto-sabotaggio e questo rischia di aprire le porte alla depressione.

Come fare? Un buon metodo è la scrittura, ovvero mettere nero su bianco il flusso della voce interiore e analizzare il dialogo dall’esterno.

Riconoscere la severità con cui ci trattiamo può stupirci, perché potremmo scoprire che la dose di critica e rigidità che ci riserviamo è davvero eccessiva.

5- Alti livelli di stress e affaticamento

Lo stress è definito come uno stato di tensione mentale o emotiva causato da diverse circostanze.

La maggior parte delle persone affronta stati di stress nella propria vita.

In effetti, uno studio ha rivelato che il 33% degli adulti ha sperimentato livelli elevati di stress almeno una volta nella propria vita.

La condizione di stress è associata a una lunga lista di sintomi fisici e mentali tra cui frequenti mal di testa, dolore ai muscoli, digrignare i denti, insonnia, incubi, sogni inquietanti, aumento o perdita di peso senza dieta, difficoltà di concentrazione, pensieri vorticosi, difficoltà di apprendimento delle nuove informazioni, dimenticanze, disorganizzazione, confusione, difficoltà a prendere decisioni, sentirsi sovraccaricati o sopraffatti…

La consapevolezza quotidiana di questi sintomi può prevenire la depressione.

L’idea, quindi, è la pratica della consapevolezza, il lavoro sul respiro e la meditazione.

La scrittrice e attivista sordo cieca Hellen  Keller diceva che le cose più belle del mondo non possono essere né viste né toccate, bisogna sentirle con il cuore.

Lei si riferiva alle emozioni, quindi il consiglio per cominciare a ritrovare quiete e pace interiore può passare anche dalla scelta di ammettere quando siamo sereni, felici, appagati, quando qualcosa ci rende lieti, anche se si tratta solo di un’idea o di un pensiero.

Coltivare le emozioni positive, gioire e ringraziare per esse, rappresenta un valido aiuto per prevenire e lenire la depressione.

Ora che abbiamo visto come riconoscere la depressione attraverso questi 5 campanelli di allarme, è bene quindi iniziare a prenderne consapevolezza e, al contempo, nutrire gli stati positivi che ci aiutano a stare meglio.

Basta anche ringraziare per un momento di felicità, essere grati e consapevoli per un sorriso, gioire per la bellezza della natura che ci circonda.

Questi momenti nutrono il benessere ed è importante farli entrare nella nostra vita per prevenire la depressione e cominciare a lenirla se è in corso, grazie all’infinito potere delle nostre emozioni.

Liberamente ispirato a https://blog.sivanaspirit.com/mf-gn-reasons-why-stress-will-lead-to-depression-if-you-are-not-aware/