Come si fa a cambiare vita quando le sfide sono così grandi da farci pensare che sarà impossibile tornare a essere felici?
Può essere successo a tutti: gli eventi si accavallano, magari alla perdita del lavoro si aggiunge la fine di una relazione e il tutto è probabilmente condito da una bella dose di notizie catastrofiche sulla situazione geopolitica internazionale.
In questi momenti è facile cadere nello sconforto, pensare che l’Universo si sia accanito nei nostri confronti e, soprattutto, perdere fiducia nelle nostre capacità di avere una vita realizzata e felice.
Eppure, se guardiamo alle biografie di tanti uomini e donne che hanno avuto successo nella vita, così come alle storie di persone che hanno avuto una vita felice e appagata, prima della luce c’è stato un momento in cui la tempesta si è fatta sentire, eccome.
Pensa ad esempio alla storia di Nelson Mandela, incarcerato per 27 anni per la sua resistenza al regime segregazionista sudafricano e, quattro anni dopo la liberazione, diventato primo presidente del Sudafrica con elezioni a suffragio universale.
O la storia di Helen Keller, che a soli diciannove mesi ha perso la vista e l’udito a causa di una malattia e che, con forza e costanza, ha imparato a comunicare con il Braille e la lingua dei segni. Nel 1915 Helen ha fondato un’organizzazione no profit per la prevenzione della cecità e difendere i diritti delle persone sordocieche, diventando un punto di riferimento globale. Sue le parole “ A questo mondo tutto porta in sé qualcosa di meraviglioso, anche il silenzio e il buio”.
E proprio da queste parole di Helen Keller possiamo partire per una riflessione di come si possa cambiare anche quando le sfide sono immense, quando nulla sembra andare per il verso giusto e ci sembra di avere il mondo che rema contro di noi.
Parlo di cambiare vita perché, in fondo, tutto deve partire da un cambiamento. Sarebbe stupido pensare che le cose possano cambiare o aggiustarsi da sole se finora non siamo stati felici, se non abbiamo raggiunto la realizzazione personale o professionale, se non abbiamo avuto relazioni appaganti o capaci di riempire la nostra vita di significato.
Allora ecco 3 vie da seguire per iniziare a dare alla vita un senso diverso, orientato alla felicità e alla gioia che abbiamo tutti il diritto di provare.
1.Scopri cosa puoi controllare e cosa no: la tua zona di potere
Come scrivo nel mio libro Tutta un’Altra Vita, esistono due aree ben definite in cui ci muoviamo. Vi è una zona che è in nostro totale potere e una che riguarda tutto ciò che ci è estraneo, indipendente dalla nostra volontà, fuori dalla nostra sfera diretta di influenza.
Quanto spesso vorremmo tenere tutto sotto controllo?
Il comportamento del partner, le scelte dei figli, le risposte degli amici o dei colleghi, la politica aziendale, il traffico, la delinquenza, il computer o la macchina che si rompono e così via. E quanto di tutto ciò è effettivamente sotto il nostro diretto controllo?
Ma, soprattutto, quanto tempo ed energia impieghiamo a preoccuparci, a disperarci, a cercare di cambiare le cose senza peraltro riuscirci?
Parafrasando la preghiera di san Francesco, conosciuta guarda caso anche come preghiera della serenità, è fondamentale tenere sempre presente la linea di confine tra queste due zone.
Ed è saggio concentrare la nostra attenzione sulla prima area perché è lì che possiamo esercitare appieno la nostra influenza. È quella, infatti, che ci riguarda personalmente e ha a che fare con il nostro modo di rispondere agli eventi attraverso pensieri, emozioni, parole e azioni.
Indipendentemente dalla situazione esterna, siamo sempre noi a scegliere cosa pensare, come sentirci, come parlare e come agire. Nessuno può obbligarci a pensare in un certo modo. Nessuno ha la proprietà delle nostre parole.
Nessuno ci può far sentire inferiori o tristi o arrabbiati, se noi non lo vogliamo.
Nessuno e niente ci può rovinare la vita, se non siamo noi a cedergli questo diritto.
Victor Frankl, neuropsichiatra viennese di origine ebraica e padre della logoterapia, riflettendo sulla sua lunga prigionia ad Auschwitz, disse che qualunque cosa facessero i suoi carcerieri, non potevano comunque obbligarlo ad odiarli e concluse che «in fin dei conti è possibile togliere agli uomini qualunque cosa tranne una, l’ultimo baluardo della libertà umana: la possibilità di scegliere con quale atteggiamento porsi di fronte a qualunque circostanza in cui si possano venire a trovare».
Pensare, emozionarci, parlare e agire sono le nostre quattro capacità principali, e insieme formano la nostra zona di potere.
È qui che risiedono il fulcro e il motore del cambiamento.
2. La ritualizzazione dell’organizzazione
La frenesia dei tempi attuali crea una percezione distorta del tempo.
Ci sembra di non avere tempo per fare niente, così siamo continuamente spinti ad affannarci per ogni cosa. Corriamo al lavoro, quando facciamo la spesa, quando ci dedichiamo all’attività fisica e forse anche quando incontriamo i nostri amici.
Sentiamo di non poterci concedere la serenità di vivere il momento, perché con la mente siamo già proiettati a quello seguente e questo, ovviamente, genera ansia e stress che vanno ad aggravare situazioni di vita che di per sé sono già complesse.
Inoltre, se stiamo vivendo un periodo difficile, l’affannarci e il correre da una parte all’altra può diventare una sorta di anestetico che ci impedisce di fermarci e trovare il tempo per stare con noi stessi.
Questo crea un vortice malsano, perché se non ci concediamo il permesso di ascoltare quella voce interiore che ci sta chiedendo di fermarci, di rallentare e di concederci il permesso di ascoltarla, prima o poi ci presenterà il conto, tradotto in un’esistenza di insoddisfazione e frustrazione.
Un modo per rallentare è quello di organizzare e, ancor meglio, di dare un valore rituale all’organizzazione degli impegni, qualunque essi siano.
Organizzare meglio la nostra vita, sia dal lato personale che professionale, significa stabilire un calendario sostenibile, che comprende pause e momenti dedicati al nostro benessere fisico e spirituale.
Ritualizzare questa organizzazione significa darle un valore sacro, che ha come scopo alto quello di farci stare meglio e di rasserenarci. L’effetto è immediato, lo dimostrano anche studi scientifici, tanto che secondo uno studio dell’Università del Connecticut “I nostri risultati mostrano che la ritualizzazione può essere una risposta spontanea all’ansia”.
Organizzare in modo sostenibile gli impegni ci dà, infatti, un senso di controllo appagante: sappiamo di poter sostenere una giornata calibrata certamente sugli impegni, ma anche sulle nostre necessità fisiche, emotive e spirituali.
Questo aumenta l’ispirazione, ci rende più consapevoli, insomma attiva una sorta di ‘ripristino ambientale’ che ci permette di gestire meglio le sfide della vita e di gettare le basi di uno spazio personale più libero, che è ciò di cui abbiamo bisogno per cambiare vita.
3. Fermati e trova il tuo scopo
Quando ci chiediamo come cambiare vita, anche se finora i tentativi che abbiamo fatto sembrano non avere funzionato, spesso dimentichiamo di considerare uno degli aspetti chiave del cambiamento: lo stesso scopo della nostra esistenza.
Possiamo chiamarlo obiettivo, direzione, traguardo, quando invece sarebbe più importante parlare di missione.
La missione va oltre l’obiettivo, perché si eleva dal piano più materiale e s’innalza al piano interiore, grazie al coinvolgimento del cuore.
Voler fare carriera è un obiettivo, voler fare carriera per poter prendere delle decisioni dall’impatto collettivo che facciano il bene del mondo è una missione.
Già più di tremila anni fa Patanjali, massimo studioso del Raja Yoga, scriveva: «Quando sei ispirato da grandi motivazioni e progetti straordinari la tua mente trascende i limiti, la tua coscienza si espande in ogni direzione e tu ti trovi in un nuovo grande e fantastico universo. Forze dormienti, facoltà e talenti si risvegliano e tu scopri te stesso come una persona ben più grande di ogni immaginazione».
In questo articolo hai visto le tre vie che rispondono alla domanda ‘come cambiare vita’ e che vanno oltre la parte più pratica, perché coinvolgono aspetti emotivi, mentali e spirituali molto più profondi.
Queste visioni sono parte del mio metodo Tutta un’Altra Vita e se vuoi ricevere contenuti sul cambiamento che è alla base del metodo, così come su molti altri temi dell’evoluzione personale, professionale e spirituale, iscriviti gratuitamente alla newsletter.