10 motivi per amare i tuoi errori

Il successo è meraviglioso, ma anche nel fallimento ci sono dei benefici sostanziali. Una delle 15 trappole in cui cadiamo più spesso e che descrivo in Libera La Tua Vita è quella di comportarci come il primo della classe: cerchiamo di essere perfetti a tutti i costi, ricercando la perfezione, anziché l’eccellenza. Il problema vero non è se facciamo o meno errori. È quanto impariamo da essi.
Fare errori non piace a nessuno, ma se nel perfezionismo non c’è posto per gli errori perché non li sopportiamo, nella ricerca dell’eccellenza non amiamo fare errori ma li accettiamo innanzitutto perché fanno parte dell’essere umano e poi perché portano crescita. Visto in quest’ottica, il fallimento di per sé non esiste. Meglio parlare di feedback, dall’inglese «nutrire indietro». Ovvero, restituire nutrimento. È cibo che ci viene offerto per capire cosa fare di diverso la prossima volta e capire dove abbiamo spazio per il miglioramento.

Ecco una lista dei 10 motivi per amare i tuoi errori.

Fare degli errori…

1. …ci insegna molto di più di quanto faccia il successo, specialmente su noi stessi.
É proprio quando ci ritroviamo messi alla prova che scopriamo di più su noi stessi e sui nostri punti di forza e di debolezza. E ogni sfida racchiude in sé anche un nuovo traguardo. Solo così possiamo sviluppare la capacità di conoscere le nostre emozioni e imparare a entrare in contatto con il mondo emozionale.

2. …rinfresca la tua umiltà ed affila la tua obiettività.
A volte, piuttosto che ammettere i nostri errori, ci rifugiamo in labili giustificazioni inducono a trovare delle giustificazioni. É solo quando sei così umile da ammettere di aver sbagliato che puoi crescere come persona e rafforzare la connessione con gli altri…da cui puoi imparare moltissimo.

3. …crea l’opportunità perfetta per mettere alla prova le idee nuove.
Facendo sempre le stesse cose otterremo sempre gli stessi risultati. Gli errori ci insegnano cosa non funziona, cosa fare di diverso la prossima volta. Ci aiutano a chiudere le vecchie porte, quelle del comportamento che ci ha portato a sbagliare, e aprirne delle nuove. Non è forse anche il principio delle scoperte scientifiche?

4.…ti aiuta a correggere le cose, così che tu possa restare sull’obiettivo.
Se nel perfezionismo i nostri obiettivi sono così alti che raramente riusciamo a raggiungerli perché sono irrealistici, nella ricerca dell’eccellenza sono alti ma realistici. Se nel perfezionismo qualsiasi cosa facciamo sembra sempre non essere abbastanza, nella ricerca dell’eccellenza ricaviamo soddisfazioni da ciò che facciamo, anche dai piccoli risultati. Nel perfezionismo ci focalizziamo sul negativo. Nella ricerca dell’eccellenza ci focalizziamo sul positivo.

5. …ti rende molto più maturo e più resiliente.
Qualsiasi errore che facciamo è  un’occasione per crescere. Come scrivo in Mi Merito il Meglio commettere degli errori, sbagliare, perdere qualcosa di importante non ci rende dei perdenti. Quando capiamo questo, possiamo sviluppare la resilienza, ovvero la capacità del corpo, della mente e dello spirito di rialzarci dopo essere caduti e riguadagnare l’equilibrio, la salute, la serenità.

6. …ti ricorda di essere gentile nei tuoi confronti e nei confronti di chi ti sta intorno.
Quando fai un errore, invece di puntare il dito contro te stesso/a, sii gentile e cambia il dialogo interiore: da ogni errore che faccio, imparo qualcosa di nuovo.
Allo stesso modo, se devi commentare il lavoro di qualcun altro, concentrati sull’oggetto della discussione, non sulla persona.

7. …è una “medaglia al coraggio” perchè hai osato rischiare.
Lottare per i propri sogni costa perché ogni tentativo porta con sé la possibilità di non avere successo…e più ci avviciniamo alla vetta, più abbiamo paura di sbagliare perché la posta in gioco è alta…ma come facciamo a sapere se avremo successo o no se non ci proviamo nemmeno?

8. …sviluppa l’emozione più importante di tutte, la pazienza.
Come scrivo sempre in Mi Merito il Meglio, prima di qualsiasi risultato non c’è forse un periodo di osservazione, sperimentazione, meditazione, frustrazione e incertezza? L’impazienza è una reazione, la pazienza è una risposta. Come sostiene Lauren Artress, ci deve essere dentro di noi un luogo dove trovare quella risposta se non vogliamo limitarci a vivere di reazioni, come fanno gli animali. La crescita è un’evoluzione, non una rivoluzione. Invece quando siamo presi dall’impazienza finiamo per scegliere la rivoluzione. Ma la rivoluzione crea tumulto, agitazione e quindi porta a distruggere anziché a integrare.

9. …ti ricorda di non prendere le cose personalmente o così seriamente
In che modo prendere le cose personalmente migliora la nostra vita? Anche di fronte a un rifiuto o a una critica, l’atteggiamento migliore è ricordarci che è un nostro modo di pensare, una nostra frase, una nostra azione, un nostro progetto a essere giudicato, criticato o attaccato. Non necessariamente noi.

Occorre fare una distinzione netta tra persona e comportamento. Noi come persone siamo più dei nostri progetti, delle nostre azioni e persino dei nostri pensieri.
Per evitare di personalizzare quando siamo sotto at-tacco serve allenare il dis-tacco che  ci aiuta a smettere di drammatizzare e prendere le cose in maniera più leggera. Se volgiamo andare avanti, abbiamo bisogno di restare aperti ai feedback, ai comportamenti e alle opinioni altrui senza però farci affondare da essi, senza arrabbiarci o rattristarci se non riceviamo l’approvazione di tutti.

10. …rinsalda la tua autostima su chi sei, non su cosa fai
Molto spesso tendiamo a confondere l’autostima con l’autoefficacia. L’autostima ha a che vedere con l’essere, mentre la fiducia in noi stessi – cioè l’autoefficacia – ha a che vedere con il fare. L’autostima è un diritto di nascita, costante e solida ed è proprio questa capacità che ci permette di accettare la nostra fallibilità e abbracciare i nostri punti deboli.
La nostra autostima è stabile e incondizionata, ma a  volte il nostro ego ci gioca brutti scherzi e si mette in mezzo, facendola vacillare e variare a seconda delle circostanze.

Come scrivo in Tutta un’Altra Vita è solo quando ci permettiamo di non essere perfetti, di sbagliare, di provare e riprovare che possiamo evolvere e migliorare. Ma siamo liberi di farlo solo quando in questo processo non mettiamo in dubbio il nostro valore come esseri umani. Se invece leghiamo la stima per noi stessi al nostro comportamento, al nostro lavoro, ai nostri risultati, al nostro reddito, al nostro aspetto fisico, finiremo per avere delle grosse delusioni.

Basata su una conversazione con uno degli oratori motivazionali più conosciuti al mondo, Art Mortell, autore del libro Il Coraggio di Fallire (The Courage to Fail).

Liberamente ispirato a Inc. Si ringrazia Susanna Eduini per la traduzione.